Ci risiamo, è
cambiato il governo, ma non è cambiato: finanziaria basata su aumenti delle
tasse, tagli dei servizi, tagli allo stato sociale. Il tutto è in perfetta continuità’ con il passato recente degli ultimi 20 anni [i disastrosi governi
Berlusconi/Tremonti/Bossi]. Non poteva che essere cosi’ siamo passarti da un
governo di padroni ad un governo di dirigenti bancari.
Che cosa comporterà quest’approccio? Si sa gia’ perché siamo alla quarta finanziaria
dell’anno: riduzione del PIL [si parla ufficialmente del -0,5% ma saranno di
piu’], riduzione dei posti di lavoro, contrazione degli investimenti e dei
consumi, aumento del debuto pubblico e necessita’, com’è già previsto, di una
nuova finanziaria a marzo del 2012. Anche in quel caso, sono certo, si userà
lo stesso approccio.
Oggi si dice
che con questa finanziaria la pressione fiscale sale al 45% il che non è vero
in quanto a questo 45% e’ necessario aggiungere il 9% di RAL che va per il TFR,
che non c’e’ piu’ ma che si continua a trattenere, ed l’11% della RAL che va
per la pensione, che anche questa non c’e’ piu’. A tutto cio’ si aggiunge un
aumento dell’IVA in due step che la fa passare del 20% al 23% entro due anni,
teniamo sempre presente che nei paesi seri l’IVA è meno della meta’, un aumento
non piu’ limitato dell’IRPEF di regioni e comuni [grande erdita’ del
federalismo fiscale della Lega di Bossi].
Alcune note
sull’aumento delle tasse: per prima cosa una nota sulla introduzione dell’IMU,
la vecchia ICI. Una tassa sulla casa per molti aspetti incredibile: la tassa
impatti sulla prima, sulla seconda e sulla terza casa non sulle successive. In
sostanza la nuova IMU, rispetto all’ICI, costerà’ molto di piu’ a chi ha molto
di meno. Da alcuni calcoli fatti prendendo come esempio un reddito di 100.000
euro di RAL pagherà mediamente il 30% in più rispetto alla vecchia ICI mentre
chi ha una RAL maggiore dei 100.000 euro pagherà’ un 30% in meno rispetto alla
vecchia ICI. Una vera tassazione alla robin hood all’incontrario rubare ai
poveri per dare ai ricchi.
Alcune nota
sui tagli alle pensioni: Parità di andare in pensione per uomo e donna dal
2016, aumento da 40 a 43 anni di contributi per andare in pensione ed
eliminazione dal 2018 della pensione d’anzianita’. Su tutto l’impianto c’e’ un
problema sostanziale: a 50 anni le aziende tendono a lasciare a casa i
dipendenti in quanto vecchi per cui dopo i 50 anni uno cosa fa’?
Cosa si fa
per la crescita? Assolutamente nulla. In realtà il vero problema è di quale crescita
si parla? La crescita di cui parlano i neoliberisti non è la crescita del paese
e non è la crescita del PIL dell’Italia, in realtà non è dato a sapere di cosa
parlano perché non hanno mai fatto nulla per la crescita economica del paese.
Che cosa è
fatto per la lotta all’evasione fiscale? Nulla o meglio si faranno i controlli
sui pensionati costringendoli a versare i soldi della pensione in banca al
posto che prelevarli in contanti in posta, misura tanto patetica quanto inutile.
Misure invece indicative di quello che si vuole fare sono quelle di: non
firmare l’accordo con la Svizzera, come invece fatto da Gran Bretagna e dalla Germania,
che prevedono lo scambio d’informazioni per la trasparenza bancaria in modo
tale che non ci possano essere i fondi neri [con la motivazione che future
quanto fantomatiche leggi europee potrebbero rendere illegale il protocollo d’intesa],
totale assenza di misure che vadano a cerare di riprendere i capitali da chi ha
potuto usufruire di scudi di vario tipo, quegli Italia unici al mondo, che
proteggono chi ha rubato.
Si può fare
in modo differente? Si e lo proprro’ nel prossimo blog
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